Conservazione e gestione del lupo: CAI TAM e CAI Abruzzo esprimono soddisfazione per il rinvio della decisione sui possibili abbattimenti legali
6 febbraio 2017 – La Commissione centrale tutela ambiente montano del CAI fa proprio il Comunicato del CAI Abruzzo relativo agli sviluppi del piano nazionale sul lupo discusso giovedì 2 febbraio a Roma. Nella nota c’è piena coerenza con i dettami del Bidecalogo e con quanto deciso (novembre 2016) dal Consiglio Centrale in merito al positivo ritorno dei grandi carnivori in Italia.
Il CAI considera possibile la convivenza dell’uomo con i lupi per i quali auspica il loro stabile insediamento e la ricostituzione di popolazioni vitali. Nella condivisione di spazi e risorse va garantita l’interazione tra le componenti eco-sistemiche riuscendo a vivere nel rispetto delle attività agro – silvo – pastorali tradizionali.
Il Presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone afferma: “Il CAI Abruzzo esprime soddisfazione per la decisione della Conferenza Stato-Regioni per il rinvio della discussione del piano “per la conservazione e gestione dei lupi”, che prevede la possibilità, in casi particolari, di abbattere i lupi legalmente dopo quasi 50 anni di tutela di questo carnivoro che ha rischiato l’estinzione. Un nuovo periodo di riflessione e approfondimento scientifico e sociale sulla questione consentirà a tutti di trovare soluzioni che evitino il ricorso a misure drastiche.
La ricolonizzazione spontanea del lupo sulle montagne dell’Appennino è un sicuro successo delle politiche ambientali che trovano nei Parchi nazionali e regionali gli interpreti della tutela e della difesa del loro ambiente naturale. Adesso si tratta di compiere un ulteriore passo in avanti. I processi di ricolonizzazione devono essere accompagnati da adeguati interventi finalizzati a migliore il contesto socio-ambientale indispensabile a garantire la convivenza con questa specie. Accanto a misure di tutela e messa in sicurezza delle attività silvo-pastorali, vanno sburocratizzati gli adempimenti per il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica.
Le Regioni e gli Enti territoriali promuovano una corretta e indispensabile comunicazione (anche attraverso le associazioni ambientaliste) per fornire ai portatori di interesse nozioni sull’ecologia e l’etologia dei grandi carnivori, perché se ne comprenda la funzione e il grande valore biologico. “Il CAI Abruzzo si impegna a fornire il proprio supporto agli enti e alle istituzioni sia in termini di formazione, sia mediante la raccolta di dati aggiuntivi su avvistamenti e indici di presenza. Il CAI mette a disposizione la propria capillare presenza sul territorio montano, segnalando situazioni problematiche di convivenza con l’uomo e valorizzando la messa in atto di azioni per migliorare la convivenza con le tradizionali attività zootecniche di montagna.”
A Roma le Regioni sono state sostanzialmente concordi, dal Friuli alla Puglia, valutando positivamente i principi di una politica di prevenzione e comunicazione mirata alla conoscenza. Servono strumenti adeguati alle esigenze di allevatori e pastori, di difesa del bestiame domestico e contro il randagismo canino che è in crescita e costituisce un serio problema sia per i danni alla zootecnia sia per la diffusione di ibridi tra lupo e cane. Nell’ambito del progetto “grandi carnivori”, per contribuire al costante monitoraggio del lupo nel proprio territorio, il CAI TAM ha posizionato una videotrappola nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Filippo Di Donato
Presidente CCTAM CAI
Articolo tratto da Lo scarpone.cai.it